Una cima tra le Orobie più nascoste
- Difficoltà: EE
Sulla conca del rifugio Curò si affacciano molte delle vette più alte e ricche di storia alpinistica delle Orobie
Si tratta di Gleno, Recastello, Tre Confini, Torena, oltra alla lunga, impressionante sequenza di cime che va dal Pizzo di Coca al Pizzo del Diavolo di Malgina passando per le cime del Druet che – sul versante valtellinese – ancora custodiscono piccoli ghiacciai e insospettabili angoli di wilderness. La vetta del Diavolo di Malgina, nella sua semplicità, è una di quelle salite “di una volta”: poco frequentata, varia e di grande soddisfazione, regala visioni insolite e ricche di fascino sulle vette vicine, permettendo di scoprire, o riscoprire, montagne nascoste e dimenticate dai più.
ITINERARIO
Dal rifugio Curò occorre scendere per un primo tratto seguendo il segnavia 303, perdendo circa 80 metri di dislivello; sulla sponda est del lago si trova poi il sentiero che a destra porta verso la Valle di Valmorta, segnalato con il 323. Ora si risale il pendio erboso, che si allontana dal muro di coronamento della diga del Barbellino per procedere in direzione nord-ovest, con alcuni passaggi attrezzati con catene.
Dopo circa 30 minuti si entra nella selvaggia Valmorta, seguendo un itinerario a mezzacosta fino ad una conca: una breve discesa e si giunge al piccolo lago di Valmorta, a quota 2148 m. Lasciato il 323, si procede per tracce (qualche segnavia, molti ometti) nel vallone detritico che scende dalla vetta puntando l’evidente bocchetta posta sulla cresta ovest del Pizzo del Diavolo. Si lascia sulla sinistra un torrione, che si aggira facilmente, e si seguono i bolli fino alla bocchetta a quota 2850 m. Di qui, sulla destra, si segue la cresta detritica e si guadagna la vetta dalla vista – come accennato – davvero emozionante.
Discesa dall’itinerario di salita, oppure, lungo la cresta est, abbassandosi senza grossi problemi di orientamento fino al Passo della Malgina, dove si incontra il segnavia 335. Per detriti si procede fino al Lago Alto della Malgina (2520 m, spesso non indicato sulle carte) e successivamente al Lago della Malgina (2340 m). Da qui si prende l’evidente sentiero che riporta ai rifugi Curò e Barbellino.
ALTRE ESCURSIONI DAL RIFUGIO
Al Passo Belviso (2518 m) in 4 h;
ai Laghi di Val Cerviera in 2 h;
al Passo della Manina (1795 m) in 3,30 h;
al Passo Caronella (2804 m) in 2,30 h.
ACCESSO AL RIFUGIO
Da Valbondione si raggiunge la frazione Pianlivere; seguendo il sentiero 332 si attraversa il Serio e si raggiunge a tornanti il bellissimo borgo di Maslana (1150 m), e poco oltre le case di Piccinella (1192 m); varcato di nuovo il Serio su un ponticello, una deviazione lascia il 332 (il percorso invernale per il rifugio Curò, ripido e attrezzato con corde fisse nell’ultima parte) e porta al classico sentiero panoramico, segnavia 305, che raggiunge senza alcuna difficoltà il rifugio (3 h).
Nota: il percorso indica la salita che passa da Maslana poiché il sentiero diretto (305) che parte da Grumetti è al momento di andare in stampa chiuso per frana nella prima parte.
4,40 h
1030 m