Con le racchette da neve alla cima di Lajone
- Durata complessiva: 4:30
Panoramicissima montagna poco nota con scenario mozzafiato vicino al Rifugio Tita Secchi
Si parte dalla piana del Gaver. Dalla stazione della seggiovia si sale ai bordi delle piste tenendosi su quelle di destra per raggiungere il tratto in cui le piste corrono sulla sede della strada Gaver-Crocedomini. Dopo un tratto semipianeggiante si riprende a salire sempre tenendosi ai bordi della pista e si raggiunge il Goletto di Gavero (possibile arrivarci con la seggiovia e scendere lungo le piste.
Al Goletto si piega a destra e si segue per un tratto la strada diretta al Passo di Croce Domini. Poco prima di arrivare a Malga Cadino della Banca, si piega a destra dove si entra in Val Cadino. E’ più prudente invece tenersi discosti dal monte Colombine in quanto spesso scarica valanghe: si procede quindi al centro dell’ampio vallone puntando in direzione dell’affioramento roccioso della Corna Bianca.
La si aggira a sinistra e, dopo un primo tratto a saliscendi, si arriva al cospetto della testata della Val Cadino chiusa a destra dai contrafforti delle Crocette (o Creste) di Lajone. Anche i pendii di queste ultime sono soliti lanciare verso il basso alcune slavine per cui ci si tiene ancora verso il centro del vallone rimontando direttamente l’ultimo ripido pendio che giunge al Passo della Vacca. Da qui, per una serie di ondulati pendii, in direzione Nord-Ovest, si raggiunge la diga del Lago della Vacca con l’annessa costruzione che ospita i guardiani e dove fino a pochi anni funzionava l’ex-Rifugio Gabriele Rosa. Superata la costruzione si arriva al Rifugio Tita Secchi.
Dal rifugio si segue per un breve tratto la sponda orientale del Lago della Vacca per poi accostare gradatamente a destra in direzione delle pareti del Cornone di Blumone che, severo, se ne sta a guardare dall’alto la fatica degli alpinisti. Si entra nel vallone che scende dal Passo di Blumone, si accosta ancora a destra e si raggiunge il valico. Si segue all’incirca la linea spartiacque aggirando alcuni affioramenti di rocce granitiche.
La Cima di Laione è già visibile: se la neve è tanta non si vedono le grandi pietraie che ne coprono i fianchi che e che hanno dato il nome alla montagna (il toponimo deriva infatti da lai, una voce dialettale accrescitiva di laina, che significa frana). Se la neve invece è poca può essere faticoso l’evitare tutti i buchi tra un sasso e l’altro. Si passa accanto ad alcuni diroccati ruderi della Grande Guerra, si prosegue in direzione Nord; si superano vari salti seguendo pendii nevosi mai troppo ripidi. Giunti poco sotto la cima si tolgono le racchette e per facili roccette si raggiunge la sommità.
Punto di paretenza: Gaver 1500m
Punto di arrivo: Cima di Laione 2775m
ITINERARIO COMPLETO: 1 giorno: Gaver 1500m; Goletto di Gavero 1783m (ore 1); Passo della Vacca 2355 (ore 2.30); Rifugio Tita Secchi 2367m (ore 2.45).
2 giorno: Rifugio Tita Secchi; Passo del Blumone 2633m (ore 1); Cima di Laione 2775m (ore 1.40).
2.45 h il primo giorno.
1.40 h il secondo giorno.
1275 metri