Il Sacro Monte di Ossuccio sopra Lenno
- Durata complessiva: 1:00
- Difficoltà: mulattiera
Espressione popolare di fede ora patrimonio Unesco
Inserito dal 2003 dall’UNESCO nel Patrimonio dell’Umanità, il Sacro Monte di Ossuccio nasce (come gli altri Sacri Monti prealpini) come espressione popolare di fede, che portava i pellegrini a voler ripercorrere i pellegrinaggi in terra santa in versione “ridotta”, non potendo recarsi sui luoghi della vita di Gesù.
Il Sacro Monte di Ossuccio è composto da 14 cappelle costruite tra il 1635 e il 1710 in stile barocco: piuttosto scarne esternamente, internamente sono riccamente decorate con 230 statue e affreschi che ricostruiscono diverse scene sacre e sono disposte lungo una strada acciottolata che risale il pendio alle spalle di Ossuccio per arrivare al Santuario della Beata Vergine del Soccorso.
Per visitare il Sacro Monte di Ossuccio ci sono due opzioni di accesso: o dalla prima cappella, sopra Lenno, o direttamente dalla quarta cappella, presso la località Garzola di Ossuccio.
Nel primo caso, giungendo con la statale da Como, si svolta a sinistra prima del campaniletto di S. Maria Maddalena (indicazioni per Ossuccio – Santuario) e si prosegue lungo la strada fino ad un parcheggio proprio in corrispondenza della quarta cappella, dove la strada acciottolata prosegue, chiusa al traffico.
Se invece si vuole percorrere la strada dalla prima cappella, dalla statale proseguire oltre l’abitato di Ossuccio e, giunti a Lenno, prendere a sinistra la via Silvio Pellico e percorrerla fino in fondo, dove si può parcheggiare in via san Rocco presso una fontana-lavatoio. Attraversato il torrente Perlana si incontra la prima cappella e da li si prosegue verso le successive fino al Santuario, dal cui piazzale si gode una bella vista sul lago.
La discesa si compie per la via di salita, sempre che non si voglia optare per proseguire verso l’abbazia di San Benedetto in Val Perlana: in questo caso dopo la visita si prosegue lungo la strada con fondo in cemento, che sale inizialmente molto ripida, per arrivare in breve al pianoro di Preda; si lascia a sinistra la strada per il rifugio Boffalora si prosegue per San Benedetto inoltrandosi nella valle, dove la strada si fa sentiero: dopo un primo tratto pianeggiante, si ricomincia a salire nel bosco, fino a un ultimo tratto ripido che conduce all’Abbazia di San Benedetto.
Punto di partenza: Ossuccio, m 300
Punto di arrivo: Santuario B.V. Soccorso, m 420
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Si ringrazia Luca Arzuffi autore del libro:
Quarantaquattro passi. Itinerari per famiglie in Valtellina e Valchiavenna
Editore Lyais Edizioni
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1 ora, con la visita delle cappelle
Difficoltà: mulattiera
120 m