Sulla montagna che i tedeschi chiamano Konigspitze. La "Punta del Re".
- Difficoltà: PD - ghiacciaio, pendii fino a 50°
Un nome che sottolinea la mestosità e l’eleganza di questa bellissima piramide che domina la sottostante vallata dove sorge il rifugio Pizzini, base di partenza per l’ascensione.
E’ una scalata tutta su neve e su ghiaccio che supera tratti con pendenza sino a 50 gradi e riservata agli alpinisti esperti. Da qualche anno, causa l’effetto serra, i ghiacciai lungo la via “normale” del Gran Zebrù si sono ritirati più in alto ed in qualche punto sono quasi completamente spariti. E’ quindi consigliabile affrontare la montagna ad inizio stagione, giugno o al massimo luglio, quando la neve ricopre ancora le rocce e le pietre della gigantesca montagna.
Da Santa Caterina di Valfurva si prende una comoda strada che porta al parcheggio del Rifugio Forni rinomato per la sua ottima cucina tipica e genuina. Da qui in un ora e mezza circa si arriva al Rifugio Pizzini dove si pernotta.
Consigliabile, la mattina dopo, partire dal rifugio molto presto. Un sentiero pietroso indicato da vari grossi ometti si fa strada verso Nord, in un ambiente quasi lunare di morene e di massi detritici, torrentelli. Si arriva così a quel che rimane della Vedretta di Cedec, detta anche Vedretta del Gran Zebrù. Legati in cordata la si attraversa spostandosi gradatamente a destra sino a raggiungere la base di un evidente scivolo nevoso piuttosto ripido. Lo si risale circa nel centro facendo molta attenzione, in caso di poca neve, a non muovere pietre. Dopo circa 200 metri si esce d’improvviso all’aperto in prossimità della “Spalla”.
Qui arrivano anche le cordate provenienti dal rifugio Città di Milano o dal rifugio Casati: si piega a sinistra e si comincia la risalita del pendio sommitale. Il panorama ai nostri piedi sí allarga sempre di più; ghiacciai immensi, guglie di roccia, montagne a perdita d’occhio, verdi vallate. Si arriva così alla piccola cresta finale che conduce alla grande croce che troneggia sulla cima.
Dalla cima sembra di poter toccare la mole dell’Ortles, la più alta montagna del massiccio, dall’altra parte la doppia vetta del Monte Cevedale rende ancora più affascinante il paesaggio.
Si torna lungo il medesimo itinerario di salita.
Carte Topografiche: IGM in scala 1:25.000 foglio “Gran Zebrù”
dalla rubrica Zaino in Spalla pubblicata da Fausto Camerini su Bresciaoggi5.30 ore
1° giorno 550 mt - 2° giorno 1150 mt